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Non dipingo bei paesaggi,
alberi, fiori, fiumi
albe e tramonti o cieli stellati…
protagonisti a mio avvviso
di scene ruffiane e tiepidi inganni.
La natura ha il sua struttura
eterna, inimitabile,
perché perdere allora del tempo
sordo, cieco.
Non eseguo ritratti altrui
di genitori o figli,
linee fedeli a tutti i costi.
Non voglio essere riconoscibile,
sono sporco, pieno, come la terra.
Non so guardare una schiena nuda
restando quieto,
una mano, un piede…
il tempo è tiranno,
quel tempo che non mi dà tempo,
che non ci dà tempo di soffermarci a lungo.
Non m'importa se le dita di una mano son cinque,
gli occhi due,
se il cielo è azzurro
i prati verdi,
o il profilo di un volto riporta al vero
ed il corpo è in armonia,
in una perfetta “ossessione”.
Non chiedo ciò che gli altri si aspettano
poiché è tutto dall’interno,
il reale, il vero
che sa di vita, di esperienze…
ed io miro a quelle...spontanee, uniche…
…piccole tracce nascoste tra le dure corazze
che inghiottono vite.